Intimità
Rossi o neri, permanente o a taglio liscio? Chiediamolo a lui. Cambiare quartiere? Sarebbe bello, ma lui vuole restare vicino ai suoi. Un lavoro fuori casa? Lui preferisce di no. Capita: a un certo punto ci voltiamo indietro, o se siamo giovani guardiamo avanti, e ci accorgiamo di avere delegato tutto al nostro partner, ragazzo, fidanzato o marito che sia: le scelte quotidiane, decisioni impegnative, le compagnie da frequentare e quelle da tagliare, come passare serate, weekend, vacanze, sino a tutto il nostro futuro. Pigrizia? No, dietro c’è molto di più, e vale la pena di andarlo a scoprire.
«Quello dell’eccessiva partner dipendenza è un problema che può arrivare a condizionare la vita e di solito interessa soprattutto le donne, - spiega Maria Cristina Strocchi, psicologa e psicoterapeuta vicentina esperta di tematiche di coppia e autrice di Liberarsi dalla dipendenza affettiva in cinque mosse (Edizioni Il punto di incontro). - In genere prende l’avvio dall’adolescenza e riguarda chi non è stata apprezzata dalla famiglia, quindi ritiene di valere poco e di non essere in grado di cavarsela da sola. L’insicurezza si può manifestare anche con una dipendenza eccessiva dai social, dalle mode, dal giudizio dei genitori, delle amiche, del gruppo, o dai dettami di tarocchi, oroscopi & C, sino ad arrivare ai casi estremi delle sette. Negli anni, stando accanto a partner svalutanti, egoisti e prevaricatori si avrà la (falsa) impressione di essere protette e finalmente amate. Oppure anche in età adulta, magari dopo un trauma o in un momento difficile, forse senza nemmeno accorgercene cominciamo ad appoggiarci troppo a un partner, che finisce col prendere in mano le redini della nostra vita».
Ma perché questo problema colpisce soprattutto le donne? Probabilmente il peso maggiore lo ha l’educazione di base che ancora oggi continua a riaffiorare e che ci vuole accudenti, remissive, sempre disponibili, dedite alla famiglia piuttosto che proiettate verso progetti ambiziosi, più bisognose di protezione che di autonomia.
All’inizio può essere rassicurante sentirsi chiuse in un bozzolo di amore, tanto da permettere al Principe Azzurro di diventare un despota che ci intrappola in una vita a sua immagine e somiglianza. È proprio il contrario invece: il partner che ci ama davvero è quello orgoglioso di avere al fianco una compagna al suo livello con cui condividere scelte e decisioni. Che fare, rassegnarsi? Assolutamente no. Vivere una relazione più equilibrata è possibile, a patto di modificare alcuni nostri atteggiamenti e di difendere poi con le unghie e con i denti le nuove posizioni. Ecco i suggerimenti di Maria Cristina Strocchi.
* Rifletti su questo: rinunciare alla libertà di esprimerti e fare scelte autonome può sembrare comodo ma, alla lunga, incide sulla tua autostima, portandoti a considerarti quasi di serie B.
* Mettersi in gioco comporta sempre fatica, paura, incertezza, timore del cambiamento e di uscire dalla propria rassicurante zona confort: i risultati cui arriverai, però, ti riempiranno di orgoglio, facendoti sentire una persona nuova.
* La stima di sé stesse non si costruisce consegnando a un altro le chiavi della nostra vita, ma agendo, facendo, anche sbagliando, per imparare dagli errori. Mettiti allora all’opera per ricostruire la tua autostima, cominciando con l’ammettere con te stessa di essere troppo dipendente. E abituati a non aver paura delle tue emozioni, ma a vivere ed esprimere con pienezza anche quelle negative: ansia, incertezza, dubbio, tristezza, dolore fanno parte della vita, al di là di chi ti vuole sempre in forma, allegra, sorridente ed efficiente.
* Impara a comunicare con chiarezza i tuoi bisogni invece di aspettarti che il tuo partner li intercetti in tempo reale anche se non li esprimi. Sono altre le vie attraverso cui passa l’amore, la telepatia non è una di queste. E questo vale in tutti i rapporti, sia affettivi, sia familiari, di amicizia o di lavoro.
* Esercitati a mediare tra le tue esigenze e le sue: una relazione non è una prova di forza, ma una quotidiana palestra di buona volontà in cui ci si viene incontro con tolleranza e senso pratico, senza che nessuno dei due, magari per soggezione, quieto vivere o paura di rovinare il rapporto, si rassegni a non avere mai voto su niente.
* La parola d’ordine deve essere: assertività, che non va mai scambiata per aggressività. Al contrario, è la capacità di esprimere le nostre esigenze con gentilezza ma, insieme, molta determinazione per arrivare a farle conciliare con quelli degli altri.
* Nell’ottica di un percorso di cambiamento graduale ma continuo, è importante che tu effettui almeno una volta alla settimana una sorta di automonitoraggio. Prenditi qualche minuto tutto per te e prova a farti delle domande: come mi sto comportando con il mio partner? Riesco a portare avanti progetti e iniziative personali? Sono riuscita a difendere la mia opinione? Valuta poi con sincerità le tue risposte e non ti scoraggiare se non saranno positive. Cambiare rotta non è semplice e richiede molto tempo. Se del caso, puoi suggerire al tuo compagno di iniziare una terapia psicologica di coppia volta proprio a migliorare gli equilibri della vostra relazione. Se non accetta la tua voglia di cambiare e comunque anche su questo ti risponde picche, non ti resterà che una strada da prendere. E tu sai bene qual è.
Articolo di Paola Tiscornia
di MARIA CRISTINA STROCCHI | 22/01/2019
Rossi o neri, permanente o a taglio liscio? Chiediamolo a lui. Cambiare quartiere? Sarebbe bello, ma lui vuole restare vicino ai suoi. Un lavoro fuori casa? Lui preferisce di no. Capita: a un certo punto ci voltiamo indietro, o se siamo giovani guardiamo avanti, e ci accorgiamo di avere delegato tutto al nostro partner, ragazzo, fidanzato o marito che sia: le scelte quotidiane, decisioni impegnative, le compagnie da frequentare e quelle da tagliare, come passare serate, weekend, vacanze, sino a tutto il nostro futuro. Pigrizia? No, dietro c’è molto di più, e vale la pena di andarlo a scoprire.
«Quello dell’eccessiva partner dipendenza è un problema che può arrivare a condizionare la vita e di solito interessa soprattutto le donne, - spiega Maria Cristina Strocchi, psicologa e psicoterapeuta vicentina esperta di tematiche di coppia e autrice di Liberarsi dalla dipendenza affettiva in cinque mosse (Edizioni Il punto di incontro). - In genere prende l’avvio dall’adolescenza e riguarda chi non è stata apprezzata dalla famiglia, quindi ritiene di valere poco e di non essere in grado di cavarsela da sola. L’insicurezza si può manifestare anche con una dipendenza eccessiva dai social, dalle mode, dal giudizio dei genitori, delle amiche, del gruppo, o dai dettami di tarocchi, oroscopi & C, sino ad arrivare ai casi estremi delle sette. Negli anni, stando accanto a partner svalutanti, egoisti e prevaricatori si avrà la (falsa) impressione di essere protette e finalmente amate. Oppure anche in età adulta, magari dopo un trauma o in un momento difficile, forse senza nemmeno accorgercene cominciamo ad appoggiarci troppo a un partner, che finisce col prendere in mano le redini della nostra vita».
Ma perché questo problema colpisce soprattutto le donne? Probabilmente il peso maggiore lo ha l’educazione di base che ancora oggi continua a riaffiorare e che ci vuole accudenti, remissive, sempre disponibili, dedite alla famiglia piuttosto che proiettate verso progetti ambiziosi, più bisognose di protezione che di autonomia.
All’inizio può essere rassicurante sentirsi chiuse in un bozzolo di amore, tanto da permettere al Principe Azzurro di diventare un despota che ci intrappola in una vita a sua immagine e somiglianza. È proprio il contrario invece: il partner che ci ama davvero è quello orgoglioso di avere al fianco una compagna al suo livello con cui condividere scelte e decisioni. Che fare, rassegnarsi? Assolutamente no. Vivere una relazione più equilibrata è possibile, a patto di modificare alcuni nostri atteggiamenti e di difendere poi con le unghie e con i denti le nuove posizioni. Ecco i suggerimenti di Maria Cristina Strocchi.
* Rifletti su questo: rinunciare alla libertà di esprimerti e fare scelte autonome può sembrare comodo ma, alla lunga, incide sulla tua autostima, portandoti a considerarti quasi di serie B.
* Mettersi in gioco comporta sempre fatica, paura, incertezza, timore del cambiamento e di uscire dalla propria rassicurante zona confort: i risultati cui arriverai, però, ti riempiranno di orgoglio, facendoti sentire una persona nuova.
* La stima di sé stesse non si costruisce consegnando a un altro le chiavi della nostra vita, ma agendo, facendo, anche sbagliando, per imparare dagli errori. Mettiti allora all’opera per ricostruire la tua autostima, cominciando con l’ammettere con te stessa di essere troppo dipendente. E abituati a non aver paura delle tue emozioni, ma a vivere ed esprimere con pienezza anche quelle negative: ansia, incertezza, dubbio, tristezza, dolore fanno parte della vita, al di là di chi ti vuole sempre in forma, allegra, sorridente ed efficiente.
* Impara a comunicare con chiarezza i tuoi bisogni invece di aspettarti che il tuo partner li intercetti in tempo reale anche se non li esprimi. Sono altre le vie attraverso cui passa l’amore, la telepatia non è una di queste. E questo vale in tutti i rapporti, sia affettivi, sia familiari, di amicizia o di lavoro.
* Esercitati a mediare tra le tue esigenze e le sue: una relazione non è una prova di forza, ma una quotidiana palestra di buona volontà in cui ci si viene incontro con tolleranza e senso pratico, senza che nessuno dei due, magari per soggezione, quieto vivere o paura di rovinare il rapporto, si rassegni a non avere mai voto su niente.
* La parola d’ordine deve essere: assertività, che non va mai scambiata per aggressività. Al contrario, è la capacità di esprimere le nostre esigenze con gentilezza ma, insieme, molta determinazione per arrivare a farle conciliare con quelli degli altri.
* Nell’ottica di un percorso di cambiamento graduale ma continuo, è importante che tu effettui almeno una volta alla settimana una sorta di automonitoraggio. Prenditi qualche minuto tutto per te e prova a farti delle domande: come mi sto comportando con il mio partner? Riesco a portare avanti progetti e iniziative personali? Sono riuscita a difendere la mia opinione? Valuta poi con sincerità le tue risposte e non ti scoraggiare se non saranno positive. Cambiare rotta non è semplice e richiede molto tempo. Se del caso, puoi suggerire al tuo compagno di iniziare una terapia psicologica di coppia volta proprio a migliorare gli equilibri della vostra relazione. Se non accetta la tua voglia di cambiare e comunque anche su questo ti risponde picche, non ti resterà che una strada da prendere. E tu sai bene qual è.
Articolo di Paola Tiscornia
di MARIA CRISTINA STROCCHI | 22/01/2019